domenica 8 agosto 2010

Pubblicità clericale

Sono allibita.

E pure un po' incazzata.


Un po' di tempo fa sono stata ad un funerale. Una mia amica ha perso la nonna a cui era molto legata. "Amica" è forse una parola grossa, per come si son messe le cose tra noi, ma mi sembrava doveroso presenziare.

Vincendo un vago, ma anche no, senso di incoerenza, entro in chiesa e mi accomodo (comoda una pippa, dato che mi è toccato stare in piedi) per seguire la funzione funebre. Dopo una lettura dal vangelo (volutamente minuscolo), il prete ha iniziato a prodursi nell'immancabile omelìa.


TRAGEDIA.

 

A parte un latente analfabetismo, la prima parte del discorso del buon curato ha faticato a destare il mio interesse. Salvo poi decuplicarlo pochi secondi dopo.
Ricollegandosi al discorso della lettura evangelica, basata soprattutto sulla gioia divina nell'accogliere le anime dei giusti, l'esimio rappresentante terreno del signore (vedi vangelo) ha pensato bene di prodursi nella seguente filippica: "con la morte di Anna, un'altra anima giusta se ne è andata. Ma non giusta nel senso in cui lo intendiamo noi (allegando un evidente gesto di biasimo), bensì in quello biblico. Se ne è andata una donna credente e soprattutto praticante. Non come coloroche dicono di essere credenti, ma poi, in fin dei conti con la chiesa non hanno nulla a che fare. Fino all'ultimo momento lei pregava. E ha vedermi e ricevere la comunione".
Già qui ci sarebbe abbastanza materiale per insultare il buon curato, il quale però ha deciso di deliziarmi ulteriormente. Avrebbe potuto dire una cazzata qualsiasi, elogiando le qualità di una persona probabilmente appena conosciuta. Invece no!
"Una donna che ha saputo essere una grande mamma, perchè ha lasciato un segno nei propri figli, che ringrazio perchè sono stati disponibili nel venirmi a prendere e condurmi da lei, per poi portarmi a casa. Una donna che ha saputo infondere nella propria prole il significato dell'essere buoni cristiani".
Non contento, ha continuato: "Non dobbiamo essere superficiali e vedere la morte come una tragedia. Adesso vediamo tutto nero ma tra qualche giorno, qualche settimana, proveremo sollievo nel sapere che l'anima di Anna è approdata in un luogo protetto dal signore, un luogo dove i giusti non subiscono torture".
(Ho virgolettato le parole di questo pseudo-prete, tanto per dare un po' più di realismo e di senso logico, dato l'analfabetismo dilagante.)

Premessa la mia pressochè nulla stima nei confronti della chiesa (vedi vangelo e signore), è bene che sottolinei un paio di cosette:

1) Perchè una predica in un funerale? Anzi, perchè una predica senza senso? Due parole di commiato, anche false anche se non era questo il caso, le sentite condoglianze e buona lì. Troppo insensibile vero?

2) Chissà come mai credenti e non praticanti vero? Il fatto che tu non sappia parlare e che parli di cose insensate e fuori luogo non ti accende neanche un sospetto?

3) Bè, giusto, certo, sottolineiamo che ha voluto l'estrema unzione. Lodevole da parte della povera donna, ci mancherebbe altro. Sarebbe stato altrettanto lodevole magari sottolineare qualche sua buona qualità e non solo il fatto che ti parava le sante chiappe rispettando un sacramento.

4) Parlo per me, magari non è così per tutti, ma quando morirà mia nonna sarò a pezzi e non avrò voglia di sentire cazzate inutili. Quindi, per favore, evita di dirmi che tra qualche tempo mi rallegrerò pensando a mia nonna che scorrazza libera nelle praterie divine, perchè il solo pensiero potrebbe farmi piangere, emerita testa di minchia.



Sia ben chiaro, nulla contro chi crede in dio, è una scelta liberissima e personalissima. E nulla anche contro chi va in chiesa, se crede di trarne benficio.

Solo una cosa. Pensateci.



Che schifo.

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