domenica 8 agosto 2010

Mi perdoni, padre

Mi perdoni, padre, perché ho peccato.


E’ da molto tempo che non mi confesso, sa? Ne ho di cose da raccontarle… Ho nominato il nome di Dio invano. Spesso, molto spesso, forse troppo spesso. Ma via, una bestemmia ogni tanto ci vuole, detta con rabbia, ti scarica, ti rilassa. Basta non abusarne. E basta bestemmiare quando si è da soli. Sì, padre, ora che ci penso, ho nominato invano anche la Madonna. Se le dico che mi riferivo alla cantante mi crede? No, eh? Va bene, ha ragione.

Non ho santificato le feste. Da un pezzo. L’ultima volta che sono stata in chiesa è stato per un funerale. La volta prima? Uhm, mi ci faccia pensare. Per Natale mi pare, ma solo perché mi aveva obbligato il mio ragazzo. "O vieni a messa o non si scopa". Ecco. Ma, d’altronde, proprio lei m’insegna che la carne è debole, giusto?
Poi... Vediamo...
Credo di aver disonorato il padre e la madre. Mia madre manco la sento. Quello che dice mi entra da un orecchio e mi esce dall’altro. A modo mio, però, voglio bene a tutti e due.

Ho rubato? No, rubato no. No, giuro. Va bene, lo ammetto, non lo faccio solo per paura delle conseguenze. Mica perché penso che sia sbagliato. Cioè, dipende cosa si ruba e a chi. Per dire, una rapina in banca. Se avessi le palle la farei, sì.

Ammazzato neanche, pensi un po’. Anche se ogni tanto… credo che se avessi una pistola adesso non sarei qui a parlare con lei.

Come? No padre, non sono sposata. E’ un problema? Beh sì, ho fatto sesso, mi è capitato. Ah, sono atti impuri… e allora che dovrei fare? Andare avanti a masturbazioni fino al matrimonio? Ah, anche la masturbazione è un atto impuro… Non lo sapevo. Ma lei, ad esempio, come fa? Niente? Niente di niente? Cazzo, chissà che due coglioni che c’ha… non le fanno male? Oh, ha ragione, mi scusi, mi scusi, sono desolata, andiamo avanti.

Dov’ eravamo rimasti? Mi faccia pensare...
Ho commesso atti impuri. Ho detto falsa testimonianza, spesso, ma mai con cattiveria, davvero, a volte è più semplice mentire che affrontare la realtà. Eviti molti rompimenti di coglioni, provi anche lei ogni tanto.

Ho desiderato la roba d’altri. Perché cazzo dovrei accontentarmi di quello che ho? Non siamo ipocriti, la bella vita piace a tutti.

Sì, a volte anche l'uomo d’altre. Almeno credo. Non è che ogni culo che guardo sto a chiedermi se ha la ragazza o no.

Ho detto parolacce, ho bevuto, ho fumato, ho insultato, ho offeso, ho odiato, sono stata cattiva, padre. Molto cattiva. Ma non è colpa mia, padre, è questo mondo. E’ la vita. Che ti rende cinica, egoista, menefreghista, figlia di puttana. Poi sgancio un euro al primo marocchino che passa, tanto per mettermi a posto la coscienza. Ma, sono sincera, degli altri non me ne fotte un cazzo. Cioè, un po’ sì, a volte, ma sempre e comunque dopo di me, prima ci sono io, i miei bisogni, i miei desideri, poi il resto del mondo. E’ così sbagliato?

Senta padre, che devo fare adesso? Come posso staccare il biglietto per il paradiso, per la felicità?
Dieci Ave Maria? Soltanto? Cazzo, se lo sapevo prima mi sbronzavo qualche volta in più.

Ah padre, mi scusi, sono ancora io. Il problema è che l’Ave Maria proprio non la so, come la mettiamo?
No, nemmeno il Padre Nostro. Cioè, lo sapevo ma non è che me lo ricordo troppo bene.
Eh no, a messa domenica proprio non ci posso venire, la domenica mattina dormo, io.
Un’offerta alla sua chiesa? Beh, ecco, non è che a soldi son proprio messa bene ultimamente.

Senta, padre, facciamo così, stasera passi dal bar che le offro da bere. Così magari mi racconta lei a me i cazzi suoi per una volta.

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