domenica 8 agosto 2010

Mi fate pena

Ma sì. Calmati un attimino. Fatti una camomilla o un'endovena di morfina.

Io sto male a vederti così, senza pace.
Te ne vai in giro a guardare la tua immagine riflessa sulle vetrine dei negozi, a sistemarti i capelli quando tira vento, a non allacciarti mai le scarpe per paura di rovinarti le unghie-ricostruite-col-gel, a scrutare le boutique in cerca di una qualche infinitesima variazione della moda del momento, per assicurarti di non rimanere indietro coi tempi.

Mi fai tanta tristezza.

Parli di valori, di ideali, del mondo che va a rotoli, ma ci metti in mezzo che i tuoi non t'hanno voluto dare i soldi per andare a ballare anche domenica, che c'eri già andata sabato, e che la tua amica la odi perchè ha comprato la tua stessa camicetta.

Triste.

Il Cocoricò, la disco, l'Hollywood, Diabolika.
E la Pinko, la Richmond, la D&G, l'Armani Jeans.
E il Mac, l'I-Pod e il Samsung.

Basta, cazzo.

Datti pace, idiota.

Mi fai venir da piangere, se ti penso.

Perchè non guardi le tue belle unghie con la french, i tuoi bei vestiti firmati, la tua bella macchina col GPS, le tue belle luci stroboscopiche, e non ti domandi: perchè?
Te lo domandi, ma cosa ti spinge ad andare avanti?
Io, se non avessi un motivo di continuare a viaggiare, me ne starei ferma ad una stazione di servizio, non me ne andrei in giro per l'autostrada contromano convincendo gli altri che è giusto fare così!
Mi piacerebbe essere nei tuoi panni, con tutta l'ansia che ti ritrovi nel non pensare a quanto sei insulsa.
E' difficile non pensarci, ignorare quando ogni tuo gesto per cancellare è un gesto da cancellare.

Siediti con me.

Guarda il Mondo dal basso, non cercare grandi idee, non cercare la perfezione, il lusso, il prestigio, cerca il silenzio, rimpicciolisci il tuo sguardo.

Calmati.

E riposati, e non ripartire se non hai capito il motivo del tuo viaggio.

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