lunedì 30 agosto 2010

Sesso e sangue.

Lancio, in un acuto che nessuno può capire, tutto il mio dolore.




Cerco di assaggiarlo tutto, poi mi inginocchio davanti alla patta dei suoi jeans, la apro con foga, lui mi agita il sesso davanti, facendomi volutamente mancare il bersaglio.
Cede e mi lascia mangiare, carezzandomi la testa.
Mi lascio prendere, e lui mi prende, mi prende,
e lo prendo
ancora, mi morde, mi tira i capelli, mi affonda la faccia nel letto, mi fa sudare petrolio, dio cane, e, alla fine, con eguale acuto, mi schizza di dolore.




Poi abbraccio quel che resta di noi (non di lui, ma di te) e, col fumo nelle narici,
vado avanti così.


Guadagnamocela quest'alba.

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